Dal 28/10/19 la vitamina D sarà prescrivibile mutualmente solo nei casi previsti dalla nuova nota 96, in tutti gli altri casi sarà a carico del paziente (fascia C).

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) dà il via ad una stretta sull’attività prescrittiva dei farmaci per la prevenzione ed il trattamento della carenza di vitamina D negli adulti, con indicazione “prevenzione e trattamento della carenza di Vitamina D”. Colecalciferolo, colecalciferolo/sali di calcio e calcifediolo sono le molecole interessate da tale restrizione. Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 252 del 26 ottobre 2019, «si colloca – evidenzia l’Aifa in una nota – nell’ambito delle attività di rivalutazione dell’appropriatezza prescrittiva che hanno condotto la Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, a ritenere opportuno introdurre nuovi criteri regolatori per la prescrivibilità a carico del SSN, nella popolazione adulta, della vitamina D». In aggiunta a ciò, l’Agenzia sottolinea che «nelle more di un analogo processo di rivalutazione, restano al momento invariate le condizioni di rimborsabilità a carico del Ssn di tali farmaci nella popolazione pediatrica».

Lo scorso luglio, in merito ai farmaci utilizzati per il trattamento della carenza di vitamina D, si accese una polemica tra Federanziani e la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), all’indomani della pubblicazione dell’edizione 2018 del Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia. Fu proprio Federanziani a sollecitare all’Aifa limitazioni sulla rimborsabilità dei medicinali a base di vitamina D. Nello specifico, la Federazione delle associazioni della terza età chiese all’Aifa «l’istituzione di un tavolo di confronto urgente che coinvolga le società scientifiche e i pazienti al fine di concordare una nota limitativa e condivisa sulla rimborsabilità della vitamina D, definendo precisi criteri per individuare gli aventi diritto, considerato che tale prodotto pesa 280 milioni di euro l’anno sulla spesa farmaceutica». Richiesta che porterà molto probabilmente ad una ricaduta sul numero di prescrizioni delle molecole in oggetto, favorendo la riduzione della spesa convenzionata.