La diagnosi ed il monitoraggio dell'osteoporosi
La diagnosi di osteoporosi attraverso la misurazione del T-score risulta il principale indicatore di osteoporosi.
A livello italiano la rimborsabilità di tale esame viene regolamentata dai LEA.
La prestazione è MUTUABILE per:
1. uomini e donne di ogni età in presenza di fattori di rischio maggiori quali: precedenti fratture da fragilità, riscontro radiologico di osteoporosi, terapie croniche, patologie a rischio di osteoporosi;
2. donne in menopausa con familiarità di fratture, menopausa prima dei 45 anni, magrezza (BMI <19 kg/m2);
3. donne in menopausa con almeno 3 fattori di rischio minori (età >65 anni, anamnesi familiare di osteoporosi severa, amenorrea menopausale >6 mesi, inadeguato apporto calorico, fumo, alcol);
4. uomini di età superiore a 60 anni con almeno 3 fattori di rischio minori (anamnesi familiare di osteoporosi severa, magrezza: BMI <19 kg/m2, inadeguato apporto calorico, fumo, alcol).
La valutazione di pregresse fratture vertebrali, viene eseguita principalmente attraverso la morfometria radiografica con apparecchio radiologico tradizionale.
La tecnica DXA è considerata il gold-standard per la misurazione della BMD, sia per la diagnosi di osteoporosi che per il monitoraggio della densità ossea durante il trattamento. Si basa sull’applicazione di una radiazione ionizzante a bassa intensità, in cui l’esposizione a raggi X è pari ad 1/10 della quantità erogata da una radiografia al torace.
L’esame non è invasivo, dura mediamente 10-15 minuti (inclusa la preparazione del paziente) e non è doloroso.
L’esame DXA permette di misurare il contenuto minerale osseo, esprimendolo come “densità” (gr/cm2), correggendo
parzialmente per le dimensioni corporee. Dal valore della BMD ottenuto con DXA si calcola direttamente il T-score.
I siti per la misurazione sono colonna lombare, anca, femore, avambraccio, calcagno (in Italia non sono disponibili apparecchi
per tale sito).
La densitometria “total body” non è appropriata per la diagnosi di osteoporosi.
Quello che il paziente dovrebbe sapere:
• La misurazione della densità minerale ossea è uno degli indicatori che, associato ad altri fattori di rischio (età, sesso, fumo, alcol, dieta, attività fisica, farmaci) permette di valutare il rischio di fratture e di eseguire una diagnosi di osteoporosi.
• È corretto che sia il medico a fare una valutazione individuale del rischio di frattura e a decidere sulla necessità
della misurazione della densità ossea, richiedendo quindi l’esame all’interno del SSN.
• Per avere una diagnosi di osteoporosi è necessario sottoporsi all’esame della densitometria ossea a doppio raggio X fotonico (DXA), poiché i valori che si ottengono con il test a ultrasonografia (QUS) richiedono comunque una conferma con esame DXA.
• Per i pazienti già in trattamento farmacologico, l’unico test per accertare l’efficacia della terapia è la DXA, da ripetersi non prima di 2 anni dal precedente.