l pesce d’aprile meno simpatico, al governatore Luca Zaia, gliel’hanno fatto un paio di Asl del Veneto, nel giorno della partenza del portale unico per le vaccinazioni anti-Covid. Siccome, per scarsità di scorte non erano in grado di programmare le convocazioni, si sono limitate alla gestione di piccole dosi. Ma si sono dimenticate di inserire un banner con la spiegazione che l’avvio del sistema era posticipato al 2 aprile. La conseguenza è che il centralino della Regione Veneto, a Venezia, è andato in tilt dal mattino, bombardato da centinaia di telefonate di veneti (in particolare trevigiani) disorientati, preoccupati, arrabbiati. Avrebbe dovuto essere il giorno dell’avvio in grande stile del sistema per facilitare gli accessi, per il momento si è trattato di un meccanismo prova-errore. Ad esempio, non compariva dall’homepage di ogni Unità sanitaria locale una pagina con le indicazioni delle categorie che possono prenotarsi e quindi il cittadino si è trovato ad annaspare in un mare magnum di incertezze. Ha cliccato il proprio codice fiscale, ma ha ricevuto quasi sempre la risposta: “Attenzione non appartieni alle categorie che possono prenotare”. Ma quando verrà il mio turno, si sono chiesti a decine di migliaia? Nonostante questo, in una mattinata 17mila prenotazioni sono andate a buon fine. Ma la domanda è quella che si riproporrà ogni giorno.

 

Ma questi vaccini ci sono o non ci sono? Due giorni fa l’assessore regionale alla Salute, Manuela Lanzarin, aveva lanciato (assente Luca Zaia) un messaggio contraddittorio: “Blocchiamo le vaccinazioni perché non abbiamo scorte”. Poi però aveva spiegato che sono in arrivo 220 mila dosi, nel giro di due giorni, anche se un po’ in ritardo. È vero che questo sfalsa la programmazione, tuttavia per la vigilia di Pasqua i vaccini saranno disponibili. Un giorno dopo, Zaia è ricomparso in conferenza stampa e il tono è diventato trionfalistico: “Abbiamo battuto ogni record, il 31 marzo è stata una giornata storica: abbiamo fatto 37.276 vaccini. La nostra macchina vaccinale funziona, sono gli altri che ci devono dare il carbone per farla andare”. Quella del Veneto paragonata a una Ferrari è una metafora molto usata dal governatore, anche per poter dare la colpa al governo di non far arrivare i rifornimenti. “Abbiamo voluto provare la nostra potenza, perché solo così potremo arrivare a 80mila vaccinazioni al giorno, 35mila noi, 30mila i medici di base e 15mila le farmacie. Per l’estate tutti i veneti saranno vaccinati”.