Durante la gravidanza sono raccomandate alcune vaccinazioni, per proteggere il bambino che deve nascere nei primi mesi di vita dopo il parto, cioè prima che possa iniziare e completare il suo ciclo di vaccinazioni, solo al termine delle quali beneficierà del massimo possibile di protezione.
Le vaccinazioni raccomandate alla gestante sono due: quella contro la pertosse e quella contro l’influenza.
La pertosse (“tosse convulsa”)
La pertosse è una malattia grave se contratta nel primo anno di vita, e tanto più grave quanto è più precoce, in particolare nei primi 6 mesi.
Circa la metà dei bambini che contraggono la pertosse necessita di ricovero ospedaliero; uno su 10 o 20 presenta complicazioni polmonari; una sofferenza cerebrale ne colpisce 1-2 su 1.000, e la malattia può causarne la morte fino a 2 casi ogni 1.000 (quasi sempre per polmonite). La morte causata dalla pertosse è quasi esclusiva dei bambini più piccoli.
Né la malattia contratta naturalmente, né la vaccinazione lasciano un’immunità permanente: la durata della protezione da parte del vaccino varia da 4 a 12 anni, mentre quella della malattia contratta naturalmente varia da 4 a 20 anni. La protezione con il vaccino è completa (e vicina al 100%) al termine del ciclo di tre somministrazioni, che vengono praticate tra 3 e 11 mesi di età. Ciò significa che fino al terzo mese di età il bambino non ha nessuna protezione, e fino ad 11 mesi avrà una protezione incompleta.
Per questi motivi la migliore strategia di prevenzione consiste nel vaccinare la madre prima del parto, perché gli anticorpi prodotti dal vaccino nella madre passino al feto. Questo avviene maggiormante nel terzo trimestre di gravidanza, perciò la raccomandazione degli esperti è di vaccinare la donna tra la 28esima e la 32ma settimana di gravidanza (in ogni gravidanza, anche se la gestante era già stata vaccinata prima della gravidanza in corso) per massimizzare, col richiamo, l’immunità trasmessa al neonato, fino a tutto il primo anno di vita. Il vaccino si può comunque praticare fino alla 36ma settimana (oltre questo limite è probabilmente meno efficace nel proteggere il bambino, perché la produzione di anticorpi dopo la vaccinrazione della madre richiede alcune settimane di tempo). Se, per qualsiasi motivo, la donna viene vaccinata in periodi più precoci della gravidanza, non occorre ripetere il vaccino in quella medesima gravidanza.
Il vaccino contro la pertosse è contenuto nel trivalente assieme a quello contro tetano e difterite, chiamato DTP (non esiste un vaccino solo contro la pertosse).
Con il trivalente, si ottiene una protezione del neonato anche dal tetano neonatale, che si può manifestare dopo un parto avvenuto eventualmente in condizioni igieniche scadenti, come può capitare quando avviene eccezionalmente o imprevedibilmente al di fuori dell’ospedale.
L’influenza
Anche se è una condizione assolutamente naturale e fisiologica, la gravidanza aumenta tuttavia il rischio di complicazioni dell’influenza (in particolare la broncopolmonite), perciò rappresenta un’indicazione al vaccino (come avviene per i cardiopatici, i diabetici, i bronchitici cronici, ecc.). Nelle donne in gravidanza il richio di complicazioni aumenta del 40% fino alla 20a settimana e fino a quasi 5 volte verso il termine della gravidanza, rispetto a quello di una donna sana di pari età non incinta. Oltre a questo, l’influenza determina un rischio aumentato di parto prematuro.
La vaccinazione in gravidanza è raccomandata nel periodo precedente l’epidemia influenzale (da noi solitamente tra ottobre e novembre) alle donne dal secondo trimestre in poi. Gli sudi di sorveglianza non hanno rilevato nessun rapporto tra vaccinazione antiinfluenzale e aborto, parto prematuro, sottopeso alla nascita o malformazioni. Ciò permette ai medici di raccomandarla con tutta sicurezza.
Referenze
Si ringrazia il Dott. Massimo Tombesi (MMG di Macerata) per il presente materiale informativo.